venerdì 1 novembre 2013

Non me lo ha detto il medico

N

on me lo ha ordinato il medico di scendere in piazza. Nemmeno di farlo permettendo che tutti potessero, gratuitamente, ascoltare ciò che avevo da dire. Non mi ha ordinato neppure di prendermela quando mi sono sentito psicanalizzato, giudicato, spinto ad imboccare la via giusta per redimermi. Non credo mi abbia prescritto poi di farlo promettendomi che sarebbe stata la giusta via per una vita felice. A pensarci bene non mi ha nemmeno indotto ad essere l'esatto contrario di ciò che sono, di vivere un'esistenza forzatamente attiva allo scopo di dimenticare chi sono veramente. Se il mio medico mi avesse imposto trattamenti di questo tipo lo avrei denunciato. Non l'ha fatto e non aveva motivo di farlo visto che, a mettermi nei casini (sempre e comunque) sono bravissimo. Qualcuno (più di uno) non vuole capire. Quando la tristezza la porti dentro, e la porti dentro da sempre, tu sai che non ti abbandonerà mai. Che tu scriva un diario per farlo capire oppure scelga di vivere una vita esageratamente attiva, tu sei e rimani solo. Lo dico con cognizione di causa per il semplice fatto che ricordo assai bene cosa sentivo dentro, a venti o trent’anni. Ho vissuto anch'io momenti magici, di grande condivisione: donne, amici, esagerazioni, spensieratezza. Ma qualcosa mi lasciava un velo di malinconia. Con gli anni, le responsabilità, l'acuirsi della sensibilità, la situazione è degenerata. Un'anima speciale, diversa, non paragonabile ad altre. Che ora viene fuori perentoria, chiudendo all'angolo la vita, la voglia di partecipare, di essere come tutti gli altri. E allora, se come me hai giocato le tue carte, dandoti in pasto al mondo, devi accettare giudizi, analisi, pretese. Ma perché? Non me lo ha ordinato il medico. Ora, è troppo facile esaminare un caso, rebus sic stantibus. Bisogna andare indietro, ed io non ho più voglia di parlare del passato; nemmeno del presente a dire il vero. Dovrei chiudere il blog? Non voglio, ma devo fregarmene totalmente dell'opinione altrui, per quanto finalizzata ad una giusta causa. Impenetrabile: sogno di essere così. Desidero la possibilità di vivere una vita superficiale, senza correre il rischio di dover per forza essere puro, nudo e crudo. Più che di un medico, ho bisogno di un incantesimo.



Nessun commento:

Posta un commento

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails