lunedì 25 novembre 2013

A volte vinco io

M

i piace quando riesco a prendermi gioco del tempo. Spesso tendo a sopravvalutarlo temendo di essere sempre in ritardo sugli impegni, di correre il rischio di non averne abbastanza anche solo per un piccolo piacere quotidiano. Scrivere per me non è solo gratificazione, è innanzitutto sfogo, dialogo, piacere di riesaminare ciò che accade e che (purtroppo) viene risucchiato nel vortice della velocità. Non posso che ritenermi felice di avere uno spicchio di libertà e di essere così stimolato a riempirlo di questi brevi pensieri sul foglio elettronico. Non sempre si ha qualcosa da dire alla fine di ogni giorno, almeno quando il mezzo usato è la scrittura. Verrebbe di gran lunga più facile scendere dal treno, incontrarsi con un amico e chiudersi in un caffè per raccontarsi com’è andata la giornata. Ancor più semplice sarebbe avere un divano, un bel camino, una bottiglia di vino rosso e dedicare una serata alla settimana a parlare di me, di noi. Ecco, quando voglio dimenticare la mia solitudine, immagino questo. Tengo a precisare che la signora non è più in grado di opprimermi come un tempo; il fatto di riuscire a conviverci sarà anche segno di rassegnazione ma io ho me; e sono il più importante interlocutore di me stesso, chissenefrega di passare per pazzo. Le parole scritte lasciano segni, fermano il tempo come uno scatto fotografico. Non è un caso se le mie passioni passano attraverso mezzi che il tempo lo vogliono inchiodare al muro: una fotografia, un breve racconto di trentacinque righe come questo. Ultimamente penso troppo, ma non certo a me. Vorrei tanto parlarne con E. ma come già detto, temo non si potrà fare fino a Gennaio. Se oggi fossi nel suo studio le racconterei delle paure di questi ultimi mesi, del timore (più che naturale) di perdere qualcuno vicino. Mi chiedo se esista umano in grado di convincermi che la vita è questa, nulla è eterno, tutto nasce e tutto muore. Ho indubbiamente bisogno di svago; la rassegnazione cela la sconfitta, attenua l’impeto d’orgoglio ma non annulla il dolore, la voglia innata di vivere la vita come vorrei. Non volevo scrivere un post triste, anzi aver sconfitto il tempo non può che rendermi felice. Sto meglio, come sempre. Eh se non ci fossi tu…



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