venerdì 14 giugno 2013

Pedalate celestiali

M

a forse anche il paradiso (continua dal titolo del post precedente). Provo a ricordare a me stesso che (forse) rimarrò deluso dopo aver fatto la mia ultima valigia. E non saprò con chi prendermela quando scoprirò che, quel tanto atteso mondo di nuvole, angeli e luce bianca non esiste. Forse. I nostri personali stati d'animo, le nostre piccole realtà sono assai più credibili e almeno tangibili. Li associamo convenzionalmente all'inferno, e mai al paradiso ma è ovvio, visto che ci lamentiamo sempre di ogni cosa. Quel regno degli angeli è lontano, lontanissimo dalla realtà che viviamo. Invece il paradiso ( il mio ) è qui, vicinissimo a casa, vicinissimo a me, dentro di me; e solo nel momento in cui faccio una cosa che amo più di ogni altra e che più di altre riesce quasi a toccare il cuore. Si, il cuore! Ce l'ho, è solo ancora nel suo imballo originale. Penso sia custodito da quelle strane confezioni con le palline d'aria che poi ci divertiamo a scoppiare. Ecco, le sto scoppiando, quando avrò finito, il cuore sarà pronto all'uso. Il paradiso ( senza timore di esagerazione ) torna ogni anno sulla stessa strada che ogni anno, torno a fare mia per godere di un punto di vista privilegiato sulle cose. Cose semplici, quotidiane, quelle che non osservo ma mi limito a guardare per il solo fatto di passarci vicino. Oggi è stato diverso, e sarà diverso fino a quando mi sentirò di volerne godere, fino a quando mi renderò conto che la passione porta anche in paradiso se si ha la voglia di coltivarla. E allora, forse, ben venga uno stato di fatto che ti annichilisce lasciandoti senza un briciolo di forza mentale per affrontare il destino; ben venga lo stato delle cose perché è lì che si deve trovare l'appiglio per rialzarsi. E' l'altalena delle emozioni; la mia è ormai vecchia, da oliare, forse da sostituire perché non c'è spinta in grado di farla volare. Ritrovo il paradiso, ritrovo l'amore per me stesso nel momento in cui, curvo sui pedali, mi rendo conto che le gambe viaggiano da sole, sospinte dalla sola forza della passione. Camminiamo da soli, ogni giorno. Ci illudiamo di vivere e trovare la forza per farlo nelle parole altrui, nei gesti che cerchiamo, nella presenza che desideriamo. Mi accorgo che non è così, io sono comunque vivo. Me lo dicono gli occhi pieni di stupore ed il più bel silenzio che potessi mai ascoltare, mentre al centro di una strada, pedalo.

 
ciclista-futurista

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