lunedì 10 giugno 2013

Il pianeta perduto

C

’era una volta un alieno costretto a vivere in un mondo non suo, oppresso dalla gente e dalla sua stessa presenza. Era convinto di essere finito lì per caso o perché qualcuno così aveva deciso; pensava che l’unica speranza fosse quella di immaginare un pianeta ( alienia ) dal quale egli probabilmente arrivava e al quale, prima o poi, avrebbe fatto ritorno. Chissà se quel luogo immaginario esiste da qualche parte, a noi piace immaginarlo come un posto dove le presenze non sono ridotte a corpi ma a sottilissime linee che viaggiano all’unisono con altre, senza mai toccarsi, producendo movimenti e sensazioni armoniche. Persino l’anima non esiste su alienia, nemmeno il cuore. Solo vibrazioni. Peccato però. C’era una volta un alieno perché ora non c’è più. Troppo lontano il pianeta misterioso, nel tempo e nello spazio; troppo poco invece il tempo qui, in questo strano mondo dove l’unica regola è : adattamento. E così un alieno in meno ed un umano in più, questo è quanto. Ricordo come fosse ieri i tempi dell’alienazione. Tempi duri per la mente, un po’ meno per l’anima sempre solitaria ma di fatto a proprio agio nella solitudine fisica dell’uomo. I viaggi cerebrali verso lidi che di pace non avevano alcuna sembianza se non l’illusione di una vita terrena migliore. Quei percorsi intricati all’esasperata ricerca del senso della vita. Dov’è finito l’alieno? Dove si è nascosto? Sarà mica stato capace di trovare la strada per il pianeta? Macché. Oggi Enzo viaggia fianco a fianco con quegli esseri un tempo denigrati, odiati, derisi. Ne ha ancora paura ma, il viaggio interiore non è stato inutile. Enzo ha abbassato le pretese ma non in segno di rassegnazione, semplicemente perché ha capito che la vita è questa. Con o senza qualcuno da amare, denigrare, odiare. E allora ciao ciao ai gesti eclatanti, alle sparizioni, e benvenuto all’uomo superficiale, sempre aderente alle proprie sensazioni, sempre attento ai piccoli sobbalzi emotivi ma, perfettamente inserito nel contesto umano. Ragazzi miei, sono un viaggiatore senza valige, fermo, impassibile sulle proprie gambe, terrorizzato dall’aereo. E vigliaccamente mi alzo in volo dove so di non provare dolore, di non rischiare di cadere ma dove l’unico a gioire di questo sono io. Questo post è per dire che l’alieno è morto. Che non esiste un pianeta dove pensare di essere felici. E intanto, a mio modo, volo.

 
11174585-quadro-astratto-dipinto-da-me-chiamato-quot-planetario-quot--esso-mostra-un-sacco-di-pianeta-oggetti


Nessun commento:

Posta un commento

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails