domenica 9 giugno 2013

Gran premio della montagna

H

o avuto un piacevole riscontro e provo molta gratitudine verso tutti coloro che passano di qui, leggono, lasciano un messaggio di presenza. Mi fa piacere sapere che alcuni si riconoscono in ciò che scrivo, d'altronde sono io a credermi un alieno quando vivo certe emozioni interiori. In realtà tutti abbiamo un'anima ( chi più chi meno pulita ). La differenza sta nel come diamo ad essa modo di esprimersi: generalmente le forme d'arte più diffuse sono il veicolo attraverso cui il turbamento interiore meglio si manifesta. C'è chi addirittura mette a nudo la propria anima semplicemente rimanendo se stesso, esponendosi così alle correnti d'aria fredda che vanno dritte al cuore e che provocano malanni a volte irreparabili. Io scrivo. Ed è probabilmente il modo più facile per riprodurre i messaggi interiori e di sicuro quello che si riduce ad essere il più monotono e ripetitivo. Ma è pur sempre il mio scoglio, da cui non saprei separarmi nemmeno (ragionando per assurdo) nel momento in cui la mia vita prendesse una nuova direzione, imboccando la strada della serenità. In realtà sappiamo benissimo che non è possibile porsi alcun obiettivo materiale o morale nella vita perché il successo, piuttosto che la felicità non sono linee d'arrivo poste alla fine di una strada. Sono sempre e comunque piccoli “traguardi della montagna”. Sempre che, e a volte accade, non ci passino a fianco in un preciso momento per poi non accorgersi di nulla. Dunque scrivo cose scontate, almeno quando mi limito a dire cosa sento. Talvolta uso la tecnica della “greca” con cui esaspero, ma in fondo sempre di sensazioni si tratta. E' tuttavia importante aver capito di non avere più a disposizione un “mezzo per” bensì un “mezzo con”. Io viaggio con il mio blog, lui cammina con me ed io con lui. Queste pagine parlano e (almeno per ora) sembra lo facciano con scioltezza; che non vuol dire rassegnazione carissima L., questo no. Sono sempre molto arrabbiato, ma temo di stare attraversando quella fase che precede il crollo emotivo, che porta dritto al pianto, che lascia dietro di sé scorie e parole mai dette al momento opportuno. E allora che facciamo, ricominciamo daccapo? Si può andare avanti in questo modo? Accumulare e scaricare, accumulare e scaricare. Non va bene. A meno che come dici tu, non si raggiunga il nostro piccolo traguardo della montagna che non è laggiù, ma è qui, ora.

 
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2 commenti:

  1. Mio caro Enzo, io sono caduta, ma così nel profondo che l'unica alternativa era cercare di risalire, ci ho impiegato un po' a trovare una strada..ma poi ho deciso di provare ad arrampicarmi dal lato opposto di dove ero caduta, e con tanta fatica,sono tornata in superficie e mi sono trovata dalla parte opposta di dove ero scivolata. Ho quindi deciso di dare le spalle a quella parte e mi sono avviata un passo dopo l'altro, con cautela ma avanzando sempre. Ho lasciato quel passato nel precipizio e ho cambiato il mio approccio con la vita. Perchè non provi anche tu, anzichè accumulare e scaricare che fa tanto male? Prova a dire le parole che pensi, ci sarà chi non le sente, chi non le ascolta, ma a qualcuno di sicuro faranno bene. Ti abbraccio. Laila

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    1. Laila Laila, le tue parole sono sempre sagge. C'è sempre qualche forza oscura che mi tiene legato alla parte dove sono caduto. Forse si chiama passato, forse paura di guardare cosa c'è dall'altra parte. Vorrei cominciare a capire da dove salire, ma sebbene al momento io mi stia lasciando trascinare, penso che, fuori dalla tempesta avrò le idee più chiare. E grazie per esserci. Un abbraccio forte.

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