mercoledì 20 marzo 2013

Una tavola blu

E

poi penso a quelle giornate d’estate senza un alito di vento ed al mare calmo da sembrare una tavola. Potresti camminarci sopra senza per questo offendere chi, secoli e secoli fa, lo aveva già fatto riscuotendo un successo invidiabile. Passatemi la blasfemia, l’ironia, la voglia di sdrammatizzare sempre e comunque. Cammino a testa bassa, fissando i piedi che ad un ritmo forsennato, seguono la solita traccia verso XVIII Dicembre. Probabilmente rischio ogni santo giorno di sbattere la testa contro un palo o di scontrarmi contro i soliti passanti lenti, impacciati. Ma come fanno? Ma non hanno niente da fare? Ma perché se la prendono così comoda? Mi rendo conto di essere una macchina, vittima e zerbino di un tempo che si è impossessato carnalmente di me, non prima di essersi preso il cervello. Tutto sulla mia strada sembra rappresentare un ostacolo al raggiungimento di qualcosa. Ma che cosa, Dio santo? Cosa? Corro, perché devo prendere la metro. E penso. Ieri ero uno stupido parabrezza, oggi il mare. Fatta di strada, no? Oggi sono il mare, quello calmo ma calmo davvero; quello che, guardi il cielo e vedi che è blu. Ma di quel blu che non c’è pericolo possa d’improvviso caricarsi di grigio. Oggi ero il mare che non teme di alzarsi e devastare tutto con la rabbia repressa delle onde stanche di aspettare. Mi piace e mi fa paura. Perché è raro poter dire di stare bene senza il terrore di essere smentiti di lì a poco. Lo dico io, credetemi. A me capita, anzi è del tutto normale per il masochista, credere che il proprio stato di benessere sia in realtà un momento di stanca del male cosmico che tanto, tornerà. Mi fa paura pensare che sto diventando un bella distesa blu e che non avrò bisogno di qualcuno per risultare piacevole da guardare, da vivere. Proprio come il mare in una giornata d’estate senza vento. E allora va bene così, Enzo. Ho tirato i remi in barca, ho deposto l’ascia di guerra perché ho capito che non è facendo il mare mosso che qualcuno cavalcherà la mia vita. Ma non illudetevi di questa tavola piatta. Piuttosto gioite del fatto che mi attraversano la mente pensieri positivi, che riesco a credere all’impossibile. Pensate che in una giornata d’estate senza un alito di vento vorrei essere il mare e camminarci pure sopra. Cavalcare la vita significa anche solo percorrerla. E detto da me, sa di miracoloso.

 
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