domenica 10 marzo 2013

Tutto scorre (là fuori)

V

orrei parlare del tempo, delle mezze stagioni che non esistono più, di questa nebbia che offusca i pensieri. Non ce la faccio ad andare oltre, ad osservare i dintorni, descriverli, trovarci un motivo valido per dire : “Oggi sono sereno”. Non mi accorgo della realtà, della vita, della natura. In fondo gli alberi fioriscono, i campi mano a mano diventeranno di un verde brillante, le mattine più sopportabili. La vita là fuori se ne fa un baffo del sottoscritto. Può fregare qualcosa di me agli uccellini che cominceranno a scandire il mio passaggio sotto il viale della stazione? Frega qualcosa di me al sole che tornerà come sempre ad illuminare la campagna fuori dal finestrino? Ma non riesco, è più forte di me. Mi conosco bene: già da piccolino, più mi si diceva di fare qualcosa, più mi ribellavo. La mia mamma voleva farmi imparare a sciare; ma io non amavo quel maestrino che cercava di tenermi in equilibrio sulla neve. Non a caso detesto il freddo e i panorami bianchi. Il problema è che sto passando tutto in secondo piano; il mio ordine mentale prevede lo studio a tavolino delle emozioni. Roba da matti, ma è così. Ho bisogno di stare bene con me stesso per poter godere appieno delle persone, delle cose, dei momenti, della vita intera. Il destino è segnato, sto imparando ad accettarlo e mi calza a pennello. Mi muovo e con me il mio futuro, un unico pacchetto che rotola liberamente verso un punto indefinito. Ho addirittura pensato che se cominciassi a dire e a scrivere stronzate di vario tipo ( ma forse lo sto già facendo) riuscirei a non farmi ricadere addosso il peso dei pensieri. In fondo si tratta di un circolo vizioso. Io penso dunque scrivo dunque penso. Contraddizioni, ma al tempo stesso espressioni di una mente contorta, pensante che non riesce a comunicare; non è il disagio che voglio urlare ed inculcare nella gente. Io vorrei la gente capisse che non mi è concesso di stare bene. Non storcete il naso, non tirate fuori luoghi comuni. Posso dire che il mio status è indipendente dalla mia volontà? E che magari ci provo ma c’è un maledetto ingranaggio che blocca tutto? Sono quella lancetta che si ostina a voler scandire i secondi quando l’orologio ha esaurito le batterie. Apro gli occhi dai, se non riesco a sbattere nella vita è importante evitare di farlo contro un palo.

 
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2 commenti:

  1. Ciao Enzo.
    Se riuscissimo a sganciare il cervello a volte, vivremmo meglio.
    Vivremmo con leggerezza, prendendo le cose che vengono, così come vengono, senza porci troppe domande, senza troppe seghe mentali.
    A volte provo a fare quell'esercizio base della meditazione che è concentrarsi sul respiro.
    Per pochi secondi ci riesco, poi il cervello inizia a mandarmi centinaia di impulsi, e io ritorno al respiro.
    E altri pensieri arrivano, e li metto via ritornando al respiro.
    Dopo quello che mi pare un tempo lunghissimo, decido di smettere e guardo l'ora. Non sono trascorsi che pochi minuti!!
    Chi pensa meno, vive meglio. Il difficile per un essere pensante è riuscirci.
    Tutto quanto ho scritto magari ti fa schifo e non lo trovi inerente, ma volevo dirti solamente che ti sono vicina.
    Ciao.

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  2. Viola carissima, ma che dici? Schifo? Non inerente? Condivido pienamente ciò che scrivi e non posso che capire. Non è facile convincere gli altri ( perchè vivere significa mio malgrado relazionarmi) che non sempre dipende dalla nostra volontà. E' come appunto, avessi un difetto di fabbrica che blocca il sistema. Scrivo, penso. Dunque inun certo senso, vivo. Almeno mi illudo di farlo. Un abbraccio forte.

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