lunedì 4 marzo 2013

Ritorni

C

irca cento ore di riposo sono cosa non da poco, tanto che mi stavo seriamente abituando all’idea di non lavorare più. Che anche questa è cosa non da poco. Cento ore di libertà ma libertà da cosa? Di cosa sono prigioniero? Ma del mio cervello, ovviamente. Ammetto tuttavia che il timore che la morsa della macchina infernale si acuisse (come sempre in questi casi), si è rivelato quasi infondato. Dico “quasi” perché sarebbe impensabile pensarmi a non pensare con tutto questo tempo libero a disposizione. Diciamo che ci sono stati momenti peggiori; il crampo allo stomaco ed il profondo desiderio che arrivasse la notte a cancellare tutto sono tornati; di quelli non posso fare a meno perché la coscienza ricorda sempre chi sei e cosa sei. Ho sentito meno, dunque, la voglia di tuffarmi nel mondo virtuale alla ricerca del solito appiglio, della solita chiacchierata a colmare una piccolissima parte del vuoto. Mi sento pure strano quando sono così, sembra quasi io sia tornato ad avere una vita, ma non è la verità. Semplicemente provo a ridimensionare il problema e la mia richiesta di aiuto, di conseguenza, diventa flebile. Questo lungo fine settimana potrei chiamarlo il weekend dei ritorni. Menomale che da tempo ho smesso di crucciarmi delle amicizie mordi e fuggi anche se, sarebbe meglio dire che ho smesso di crucciarmi delle amicizie. Punto e basta. Sono tornati dal recente passato un paio di persone che avevo ormai dimenticato. Bugia. Non dimentico, segno tutto, ricordo perfettamente parole, promesse, falsità. Sono riapparse per incanto confermando la mia idea di sempre: nel mondo virtuale tutto è sospeso: parole, persone, sentimenti. Ad un tratto una sferzata di vento potrebbe spingerli paurosamente in alto disperdendoli nell’universo oppure, farli cadere a terra regalando sorprese inaspettate, donando loro una dimensione umana, tangibile. E chi ritorna trova sempre Enzo lì, senza il coraggio di dire cosa pensa al riguardo, senza battere ciglio, indifeso e penetrabile. Lo ritrova lì, fermo al solito palo mentre tutti viaggiano e corrono. Ritorni che non generano più sorpresa, che non sanno di affetto per il sottoscritto, che hanno invece il sapore della normalità, nel mondo parallelo. Cento ore di riposo che non hanno detto nulla se non chi continuo ad essere, quanto pesante sia il fardello del passato e altrettanto impalpabile la presenza del futuro.

 
blackwhite-ritorni


4 commenti:

  1. Ma puoi fare domanda di trasferimento?

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    1. Si, Sara potrei. Ora si tratta di decidere se scegliere di vivere a Torino oppure qui. Sto valutando tante possibilità. E come sempre è un bel dilemma. Un bacio

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  2. credo sia impossibile non pensare....ci sono dei pensieri e delle domande che non riusciamo a mandar via e che continuano sempre a tormentarci.
    ps: attento a chi, a parole si reputa tuo amico, ma a fatti risulta un estraneo....ne è pieno il mondo di persone del genere!!!

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    1. Eh lo so, ormai credo di aver superato il periodo della lotta sternua nella ricerca della vera amicizia. Diciamo che non ho aspettative, ma certi comportamenti altrui ancora mi sorprendono!

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