domenica 17 febbraio 2013

Anacronismi

N

on maledico i miei quarantaquattro anni, piuttosto il fatto di sentirmene almeno venti in meno. Non maledico il luogo dove vivo. Lo odio ma ho sperimentato che il malessere lo porti ovunque, che tu viva in un minuscolo paesino oppure in una metropoli. Si dirà che non ho vissuto bene i miei vent’anni se ora sono qui a menarla con i rimpianti ed i rimorsi. Macché. Forse me la sono anche goduta, senza farmi mancare le seghe mentali, ma me la sono goduta. Maledico il fatto di trovarmi in un tempo che non è il mio e non accetto che la gente si adegui con facilità a questi giorni di ipocrisia, maleducazione, indifferenza, rapida disaffezione, acuta ignoranza. Quando giungo alle conclusioni mi viene un tuffo al cuore e ripenso al tempo perso e agli errori di un decennio fa. Acqua passata, va bene, ma il dazio lo paghi ora e, se hai coraggio il passato lo guardi e lo studi per capire il perché di un presente di merda. Gli altri non c’entrano, c’entro solo io nel bene e nel male. E’ che, ancora non riesco a chiudere con il mondo definitivamente, a ritirarmi a vita ascetica. E fino a quando girerò come una trottola tra voci, volti e parole a me del tutto estranee mi sentirò un pesce fuor d’acqua. Sono un ragazzino, senza grandi responsabilità un po’ per colpa un po’ per merito di una famiglia che ha fatto di me una persona perbene. Sempre incazzata, impulsiva, odiosa, detestabile ma educata, pura, limpida. Maledico i miei trent’anni vissuti nell’incertezza del futuro di cui conoscevo bene le problematiche che mi avrebbero coinvolto. Mi detesto perché non avrei dovuto sentire le voci opprimenti di chi ti invogliava a fare cose che non volevi. Rebus sic stantibus, sono un uomo indecifrabile, superbo, distaccato, e ho tanta voglia di liberarmi di ulteriori scorie. Sono stanco di condividere il mio malessere con altri malesseri, me ne devo liberare. Mi sento un giovanotto che ha voglia di fare cazzate, di rischiare, di mandare a fanculo moralismi e tutti quegli stereotipi sull’uomo di quasi mezz’età. Ma scherziamo? Maledico il mondo perché l’ipocrisia della gente è tale che, pur di vivere seguendo le regole del momento perde contatto con se stessa, accetta di buon grado e giustifica i peggiori comportamenti. Sono unico, non voglio più avere a che fare con nessun altro se non quel ragazzino che è in me e che adoro più di ogni altra cosa.

 
La mia foto 2

2 commenti:

  1. Ciao Enzo.
    Sempre a testa bassa, pronto a prendere il mondo a cornate!
    Dai, è quasi primavera, rilassati un pò...
    Ho letto in un blog ....E FATTELA STO CAZZO DE RISATA. MAGARI DOMATTINA TE SVEJI SOTTO AN CIPRESSO!!!...
    Già, bisognerebbe vivere con più leggerezza, a volare sopra alla nostra esistenza, a dare valore solo a poche cose, quelle essenziali...
    Il resto è solo contorno...
    P.S. Sono le parole che dicono sempre a me e che non riesco a mettere in pratica. Vedi un pò tu.

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  2. Ciao Viola, eh si. Le parole talvolta sono di una semplicità e chiarezza disarmanti. Tanto vere e facili da pronunciare quanto a volte impossibili da recepire. E' il mio caso. Ma domani è un altro giorno, no? E noi ne sappiamo qualcosa. Un abbraccio.

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