sabato 19 gennaio 2013

La corazzata Potemkin

V

isto? Ci sono cascato di nuovo. Come se non avessi capito che non serve a niente chiedere aiuto in questo modo. Ma siamo diventati tutti scemi? Sono tornato a farmi sentire sulla solita piazza, e l’ho fatto attraverso la fuga; è un raptus, sento un bisogno irrefrenabile di attirare l’attenzione poi rientro nei ranghi. Me misero, me tapino, me stupido. Non appena riesco a riappropriarmi dell’orgoglio e di un briciolo di dignità mi sento strano dunque, faccio un unico fagotto e butto tutto nel cesso. Potessi, mi farei riprendere per poi rivedermi; penso mi verrebbe la nausea, sarei un film noiosissimo, sarei “La corazzata Potemkin”. Eppure ieri sera ero proprio a terra. Ormai il meccanismo infernale scatta con la precisione di un orologio svizzero. Il momento di vera “zona franca” è quello che comprende il tratto che dal lavoro mi porta in stazione. Poi, parte il sistema autodistruttivo. E’ davvero incredibile come si possa precipitare nel baratro esistenziale con una tale facilità. Non è voluto, non è solo cercato, ormai è programmato. Non lo puoi evitare perché sai che è così, sai che ciò che ti aspetta è esattamente la fotocopia di ciò che hai vissuto una settimana prima. Aborro le relazioni, ora più che mai. Io cerco di dirlo, cerco di farmi capire, evito atteggiamenti istintivi e maleducati. Non posso e non voglio essere travolto dai sentimenti altrui perché mi generano scompensi davvero difficili da sopportare. Amatemi, vogliatemi bene, siate presenti se lo desiderate. Non esternatelo troppo però, non rendetemi partecipe del vostro affetto perché io posso solo capire lontanamente cosa vuol dire affezionarsi. Se voi lo fate con me io vi lascio entrare ma sappiate che sono un padrone di casa molto sobrio, austero, senza fronzoli. Ho finito di lamentarmi della solitudine, ma ciò non vuol dire che ne sia felice. Sto gestendo tutto, lasciatemi fare. Disperazione, poi istinto, poi freddezza ed indifferenza. Non ci posso fare niente! Sono fatto così! Mi sento male al pensiero che si possa provare un sentimento nei miei confronti, prediligo (?) le relazioni che lasciano spazio all’imprevedibilità e non all’abitudine. Ma quali relazioni? Io non sono capace di averne una. Continuo a volare, sono là in alto, mi vedete? Io vedo tutti voi, voi vedete me. Non vi tocco, voi non toccate me. Va bene cosi dai, perché chiedere altro? Sarò malato, pazzo, oppure semplicemente stanco. Rispetto i vostri sentimenti, accettate il mio modo di essere, siate pronti ad ogni possibile evoluzione di ciò che pensate essere certo ed immodificabile. Sono Enzo.

corazzata-po_t

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