domenica 23 dicembre 2012

Punto di non ritorno

C

i sono indubbiamente punti di non ritorno nella vita di ognuno di noi. Da anni lamento la pochezza della mia vita sociale, l’aridità dei rapporti, l’incomunicabilità. Me ne cruccio ancora sebbene sono il primo a sapere che le cose difficilmente potranno cambiare. Dissento apertamente dai teorici luogocomunisti ( si può dire comunisti nel blog?) paladini del libero arbitrio. Siamo noi a doverci sbrigare, così dicono. Andiamo incontro agli altri, prendiamone la forma. Ancora di più, creiamo noi le situazioni giuste per dare un po’ di slancio a questa salma mummificata che è la vita. Ma chi lo ha detto mai ? Ieri, facendo un po’ di sano voyeurismo tra foto e profili di amici su faccialibro, ho avuto un attimo di cedimento strutturale. Gente giovane ( ma ci sta ) e meno giovane ( ci sta meno ), ancorata ad abitudini e a forme stralunate di divertimento, tipiche della mia gioventù. Invidia? Disprezzo? Cosa provare? Sono vecchio? Sto perdendo tempo. Ma quando tornerà questo tempo? Ma ti rendi conto che ti stai progressivamente staccando dal mondo? Tu e le tue teorie sull’alieno ti divoreranno. Ho pensato tutto questo. Sbagliavo? In un nanosecondo ho nuovamente cavalcato la ragione raggiungendo l’agognato amplesso: mi stavo sbagliando, io sto così e lo voglio, fortemente. Appurato che mi sto lentamente liberando del ruolo ingombrante del lamentatore cronico per vestire i panni dell’incazzato a prescindere; considerato che sono consapevole di andar cercando ciò che non esiste e che, qualora vi fosse, rifiuterei. Ecco, fatte queste importanti premesse, posso ritenere di aver raggiunto il mio personale punto di non ritorno: stare soli anche a Capodanno. Ma è un delitto, non si può stare soli a Capodanno! Chi sta solo a Capodanno, sta solo tutto l’anno! E qui scatta un sorriso beffardo a metà tra il godurioso e il compiaciuto. E adesso? E adesso un bel cavolo di niente. Innanzitutto, così facendo, darei prova di assoluta coerenza. Dimostrerei che a morire lentamente non sono io, bensì i valori e le relazioni in generale. Perché se ci credi, fai di tutto per mantenerli vivi. E non è solo colpa mia. Risolverei in modo semplice quello che ai più sembra un teorema inspiegabile, inaccettabile. Chi sono questi più? Ma coloro che vivono di apparenza, di regole superficiali: tu devi divertirti, devi stare bene, perché è così e basta. Ma vi prego. Starò perdendo tempo, tempo prezioso, monouso. Starò lamentandomi e incazzandomi senza una ragione plausibile. Forse avete anche ragione. Ma credo nella soluzione logica di ciò che è immutabile perché inconfutabile. Due più due, è sempre quattro.

 
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