giovedì 6 dicembre 2012

Il senso del freddo

E

cco, questo momento incarna il senso dell’inverno. La voglia di coperte, di abat-jour, di un foglio su cui rassettare i pensieri. Il silenzio. E là fuori un freddo boia. Aborro questa stagione, soprattutto ora che impiego più tempo al mattino per vestirmi e per sbrinare l’auto. E cosa dire poi di quelle luci in lontananza che annunciano un treno quasi sempre freddo. Guardo le facce dei miei compagni di sventura, vorrebbero tutti la stessa cosa, si legge dal loro sguardo spento, dalle teste che barcollano. Io non ce la faccio proprio a fare altro: devo ascoltare musica perché così sono libero di mettere le mani in tasca. Un giornale, un libro, il pc, non me li posso permettere. Odio l’inverno. Lo amo, a volte. Stasera in modo particolare: la cena in famiglia senza fretta, senza la corsa contro il tempo per preparare le cose per la mattina dopo. Lo sguardo sempre all’orologio: “ ho ancora mezzora di tempo, poi so già che crollerò”. Niente di tutto questo, stasera. E solo perché domani mi sono concesso un giorno di vacanza. Ecco, amo l’inverno perché ho i piedi sotto le coperte, la luce è soffusa e posso fare ciò che più mi piace. Calore umano, ne ho sempre bisogno. Lo avete notato, sto scrivendo a ruota libera perché non avevo particolari argomenti da trattare o meglio, non sento quella spinta emotiva che solitamente mi catapulta sul pc anche nei momenti più strani. Ricordate la paura che ho manifestato qualche giorno fa? Il terrore di avere momenti di vuoto assoluto, di totale assenza di pensieri, dunque di motivi per.. Le paure vanno e vengono con la stessa maledetta frequenza degli arrivi e delle partenze. In mezzo c’è un viaggio che sembra apparentemente uguale, ogni giorno, ma nasconde tantissime insidie. Tempo fa ero un abile quanto preciso programmatore della vita, ero rassicurato dall’idea di poter vigilare sul mio futuro. Pensavo addirittura che, qualora fossi rimasto schiavo di questa tendenza, non avrei avuto una lunga vita. E ora che ho imparato a vivere alla giornata? Ho nostalgia di quegli anni. Io non sono così convinto del fatto che il “carpe diem” sia poi tutta questa bellezza. Cogliere l’attimo, se lo si intende nel senso del rischiare, dell’afferrare il tempo e le occasioni, potrebbe anche avere un senso. Ma io mi domando e dico, come fai a giocarti le tue carte, a buttarti, se il tempo lo afferri solo per sopravvivere? Non abbiamo il tempo di afferrare il tempo. Non ce n’è. Ogni giorno è tremendamente uguale all’altro. Pensiamo di prenderci gioco del tempo. Che inetti.

 
images

Nessun commento:

Posta un commento

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails