martedì 24 luglio 2012

Pensione completa

U

na volta aprivo la porta del mio cuore a cani e porci. Offrivo ai miei ospiti vitto e alloggio con ampia facoltà di scelta sul menù. Qualche volta poi, facevo sconti comitiva, tutto al fine di trattenerli il più possibile, di non farli allontanare da me. Nella maggior parte dei casi i clienti approfittavano delle agevolazioni, mangiavano e se andavano. Una volta mi impegnavo molto, ero ancora persecutore del credo del “chi trova un amico trova un tesoro”. Ma commettevo un errore madornale: pensavo che tutti avessero diritto ad una, due o più possibilità di errore. E prima che li cacciassi io, erano loro ad andarsene. Ai giorni nostri non apro più la porta agli sconosciuti, sono cresciuto e sono diventato un uomo responsabile. Si bussa prima di entrare, io apro e faccio attendere tutti in sala: poi, scelgo. Mi si dirà che questa è la soluzione giusta, che maturando la selezione è quasi naturale. La cosa più strana di me è che ho ridotto ampiamente i tempi di sopportazione. Ho esaurito le scorte, come si dice. Mi spiego meglio e sinteticamente: dopo aver individuato persone di un certo spessore, ne succhio il nettare per un certo periodo, poi chiudo la porta. Cosa succede? Cosa mi sta succedendo? Qualcuno dei miei amici ormai scomparsi leggendo questo articolo troverà probabili risposte a ragionevoli dubbi. Chi entra nella mia vita in questo periodo si accorgerà che ad una fase in cui il rapporto sembra maturare ne segue un’altra di totale assenza emotiva. Insomma, apro la porta, faccio fare colazione e poi, via tutti. Altro che libera scelta dei menù. Vorrei saper gestire il mio cuore, ammesso che ne abbia ancora uno. Chi mi conosce, di primo acchito non fa altro che dispensarmi complimenti sulla mia sensibilità, il mio essere davvero diverso dagli altri. Quando sento tutto ciò, ho un colpo allo stomaco. Mi viene da dire: “state attenti, perché sarà anche vero questo, ma…” Sono sicuro che interpellando un campione di 100 persone che sono entrate nella mia vita negli ultimi anni, il 99 per cento concorderà nel dire che Enzo è proprio uno di quegli “strani”. Io lo dico ora, ogni volta che mi capita di entrare in contatto con qualcuno. Attenzione, apro la porta, faccio assaggiare e lascio spazio all’immaginazione. Chi sono io per agire così? Nessuno. Ma non c’è niente di più meritevole dell’essere onesti. Ed io , modestamente, lo sono. Chi non è d’accordo, commenti. 




4 commenti:

  1. mi spiace leggere tanta rabbia tra le tue parole. Io sono convinta che il 99% delle persone che ti conoscono, se ti conoscono veramente, non ti giudicano, e se ti sono veramente amici non si fanno invitare ma anzi ti invitano a partecipare al loro di banchetto. Laila

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  2. Laila! Credimi, se traspare rabbia da questo post, allora ho sbagliato tutto. E' un "mea culpa", per una volta non scarico responsabilità sugli altri, ma mi osservo e dico che dovrei fare di più. Sono davvero complicato! Un abbraccio.

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  3. Amico Enzo..... strano è bello.... strano è non conformarsi.... strano è non belare... strano è quello che vogliono tutti, non ti chiedere perchè fai fare colazione e poi grazie a tutti arrivederci, ma chiedeit perchè molti vogliono venire ad assaggiare il tuo buon caffelatte !!! NOTARO

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  4. Caro il mio Andrea, hai reso bene l'idea. Forse hai proprio colto nel segno. Non so cosa dire. Il resto te lo dirò di persona. Un abbraccio

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