mercoledì 18 luglio 2012

Mal di pancia

Immagino vi sia capitato più volte di avere dentro un sacco di cose da dire senza sapere da dove cominciare. Voglio scrivere questo articolo “a caldo” ma, giocoforza, i pensieri e le sensazioni finiscono inevitabilmente per mescolarsi, sovrapponendosi tra loro; è come se ingurgitassi d'un fiato un bicchiere di vodka. Lo stomaco brucia,si è contratto fino a creare quella odiosa situazione dei pantaloni che scivolano dalla vita. E' il mio personalissimo campanello d'allarme. Oggi sono uno straccio. Barba lunga, viso scavato, rabbia mista a disappunto. Continuo a ripetermi chi me lo fa fare a prendermi certi mal di pancia, in nome di cosa io dovrei sentire lo stomaco che si contrae e provare una fisica sensazione di disagio. La vita è piena di cose futili. Tra queste, la più inutile è il lavoro. O almeno nel senso che, se si eccettua il suo intrinseco risvolto venale, non esiste motivazione alcuna per fare di esso motivo di arrabbiatura. Al lavoro ci vai, ti tocca. Se sei fortunato, trovi anche qualche collega dall'aspetto umano, il più delle volte convivi otto ore con totali estranei e fai cose che non ti piacciono. Pazienza, ci sta. Sono ai ferri corti con il mio buonismo, la mia assoluta ed incondizionata disponibilità. Non è colpa di nessuno, non è colpa dei capi, non è colpa dell'organizzazione, è solo colpa mia. Il mondo è nelle mie mani, perchè non dovrebbe esserlo la mia vita? Perchè mai non dovrei avere il controllo della situazione per otto ore al giorno? Chi può permettersi di agire od omettere di farlo creando scompiglio nella mia esistenza? Sono libero, sono pienamente padrone delle mie decisioni. O almeno sono libero di essere a posto con la coscienza. Non posso accorgermi di averla solo quando devo sentirmi in colpa. Sono disorientato. Ho bisogno di abituarmi all'idea che non esista cosa o persona al mondo per cui valga la pena dimostrare di essere qualcuno. Noi siamo questi e questi rimaniamo. Se poi scegliamo di voler provare a noi stessi quanto valiamo, problema nostro; e per favore, evitiamo di usare come banco di prova il lavoro. Sono pronto ad attraversare il ponte immaginario che, dalla conquistata autonomia, mi porterà verso lidi non ancora esplorati, isole felici dove a regnare è l'anarchia, la forza mentale, la capacità di dire no, di farsi sentire. Adesso basta. Adesso basta davvero. Nessuno, questo lo devo capire: nessuno potrà mai giudicarmi ed è assolutamente vietato continuare a pensare che a qualcuno freghi del mio contributo. Tutto questo a due giorni dalle ferie. Non ditemi che mi devo riposare o non pensare. Ditemi che devo smetterla di fare l'idiota, che devo pensare solo ed esclusivamente a me, alla mia vita, e ditemi che nessuno potrà mai impedirmi di essere felice. Non posso più permettermi di vergognarmi di ciò che sono, devo solo alzare la voce. Non costa fatica, la soluzione sono io.
 
mal_di_pancia
 

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