lunedì 30 aprile 2012

Fuga per la vittoria

L
a situazione non è più sostenibile, il vaso è ormai pieno e tra poco traboccherà. Come già accennavo nel post di ieri, neppure io so spiegarmi il motivo per cui chiedo giorni di ferie. Questo ponte a me non serviva. Nemmeno il giorno dopo la festa. Li ho chiesti, ho sperato di ottenerli. Senza una ragione particolare. Sono tante le cose che faccio senza un senso preciso, e tutto questo è sintomo di una grande confusione mentale che mi sta trascinando via. Non riesco più a passare giorni in casa, mi sta stretta la convivenza con i miei. Sto facendo pressioni affinché si convincano del fatto che a breve me ne andrò. Attenzione, mi sento di dare un piccolo avvertimento a coloro che, anche loro malgrado, si trovano a vivere con i genitori, nonostante un’età non più giovane. Sappiate che purtroppo pagherete (sempre vostro malgrado ) le conseguenze di tutto ciò. Avere anche uno solo dei due, oppressivo, ossessivo e via dicendo, vi rovinerà la vita. Non c’è nulla di peggio di abituare i propri genitori al fatto che starete in casa con loro per quasi tutta la vita. In questo periodo sto alzando la voce perché, devo andarmene. Ho bisogno di privacy, ma la mia più grande esigenza è avere uno spazio dove piangere liberamente quando mi va, dove incazzarmi e maledire chi mi pare e piace. Tutto questo senza dover per forza, far star male qualcuno. Si deve provare un amore sconfinato per rendersi conto della sofferenza di qualcuno. Questo amore sconfinato lo prova solo un genitore verso i figli. Ed è per questo che i figli, il prima possibile, devono rompere il cordone ombelicale che li lega a loro. In questo periodo sono molto stanco mentalmente, sono nervosissimo, provo forti sentimenti di rancore e medito vendette seppur simboliche verso questo o quel soggetto. Sono ammalato di noia, di insofferenza, di intolleranza. Lotto, voglio vivere, voglio spaccare il mondo ma, e mi ripeto ancora, non ho la benché minima voglia di condividere niente con nessuno. Non sono pronto, ho bisogno di tanta libertà. Voglio gioire e star male da solo, non sono in grado di portare sulle spalle il fardello dell’altro/dell’altra che mi sta vicino. Figuriamoci i genitori, figuriamoci che peso indicibile può rappresentare per me e per loro, questa convivenza. Ti diranno sempre che ti vogliono bene, che ti amano ma tutto vorresti meno che farli soffrire. Devo andarmene, e di corsa.

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3 commenti:

  1. Credo che tu abbia ragione. Ad un certo punto bisogna provare a vivere da soli. Alla casa paterna, volendo, si può sempre tornare, mica sbarrano la porta! Però lo stare da soli ti dà nuovi stimoli, nuove necessità. Anche problemi pratici da risolvere, banalissime incombenze quotidiane, ma tutto aiuta, tutto contribuisce alla nostra crescita, alla nostra evoluzione. E poi trovo che ci sia soddisfazione nel riuscire a cavarsela da soli. E ormai hai l'età per farlo, ed anche riguardo ai tuoi genitori. Se aspetti ancora, poi saranno vecchi o magari uno sarà solo, e non avrai più cuore di lasciare il nido. Ti sentirai infelice ed arrabbiato.
    P.S. Se mi legge tua madre mi tira il mattarello. E dire che sono mamma anch'io!

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  2. Giusto giusto, ti farà bene vivere da solo e poi ci sono anche diversi vantaggi :-D

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    1. Succederà, eccome se succederà. Merito ben di più della modesta e squallida vita che conduco. Devo recuperare dieci anni di non-vissuto. Non è poco.

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