sabato 3 settembre 2011

Ho perso la cognizione del tempo

C
ome un bambino cui la vigilia di Natale è stata regalata una macchinina a pedali ed il mattino seguente non vede l’ora di svegliarsi e montarci su. Non so spiegarmelo ma devo aver perso, durante questi giorni convulsi, il senso del tempo. Avevo come l’impressione fosse passato un secolo dalla mia ultima pedalata. Temevo di pagare dazio per questo. Sono arrivato al termine di questa settimana con braccia e gambe molli, come se non avessi fatto attività fisica da almeno tre mesi. Insomma, è bastato montare in sella per accorgermi di quanto fosse necessario schiacciare sui pedali. Il mio ordine mentale rompe gli argini della vita quotidiana, del lavoro, travolgendo la sfera delle passioni. Effettivamente, a pensarci bene, studio i tragitti fin troppo meticolosamente e, ancor più meticolosamente tendo a ripeterli a cadenze stabilite. Sto finalmente prendendo gusto a variare sul tema. Mi ci vorrebbe la stessa identica predisposizione a farlo nella vita. ( piccola nota del redattore ). Si parte, si arriva, si prova ad imboccare strade sconosciute che portano chissà dove. E’ capitato oggi. Non ho neanche minimamente pensato all’idea di alleggerirmi il percorso, sono partito forte, e forte sono rientrato. Si, ho perso un po’ la cognizione del tempo. La settimana trascorsa mi ha visto protagonista ( mio malgrado ) di una piccola celebrazione: l’occasione l’ha fornita il mio quarantatreesimo compleanno. Oh mio Dio! Io al centro dell’attenzione, che imbarazzo orribile. Ma poi, quando tutto è finito, fai un piccolo resoconto e finisci con il bearti, non tanto di essere stato per una volta “ricordato” quanto per la dimostrazione dell’esistenza di persone vere. Si si, per carità ce ne sono ancora tante in giro. Ma dal momento che esse sembra corrano alla larga dal sottoscritto ( o sarò io a non saperle cercare? ) trovarle così vicino, genera un senso di genuina meraviglia. Guai, dico guai, illudersi, però! E guardarsi sempre bene dalle solite apparenze. Ah, è vero, sono tornato a scrivere sul blog. Cosa è cambiato nel frattempo? Ma nulla, proprio niente. Non ho mai odiato il blog, bensì me stesso. Questo diario sono io, e quando non riesco a sopportarmi, lui ne subisce le conseguenze. Chissà cosa penserà di me: anche lui mi darà del matto, ma tutto sommato andiamo d’accordo.

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4 commenti:

  1. Che piacere rileggerti Enzo! Tanti auguri di buon compleanno!! Sei " vergine" la sensibilità portata all'ennesima potenza. Mi piacerebbe conoscerti di persona e farci una bella e grassa risata insieme. Chissà nella vita non si sa mai. Ciao un abbraccio.

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  2. Grazie amica mia. "Vergine", spesso un segno scomodo. O per meglio dire....ingombrante. "Non si sa mai"...ben detto. Io per una grassa risata son sempre disponibile!
    Un abbraccio.

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  3. Evviva!!!! Ed ora sei pure invecchiato... Auguri auguri. Sono contenta tu scriva nuovamente: è un piacere leggerti. A volte commento, a volte no. A volte mi riconosco in qualche tuo stato d'animo e pare finto dire anch'io anch'io. Emergono fragilità e sensibilità, ma anche tanta "capatosta". Un vero mix.

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  4. Ah ah Viola...eh pure invecchiato! Ma "capatosta" mi piace, effettivamente la zucca è dura! Buona vacanza! Un abbraccio

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