sabato 20 agosto 2011

Che ci faccio qui ?

E
’ una calda, caldissima serata di Agosto. Cosa ci faccio qui, sdraiato sul lenzuolo del mio letto a scrivere? Non lo so, non ho una precisa risposta al quesito. Non credo tuttavia che, starmene qui a dissertare su argomenti vari, sia frutto di una scelta. Ritengo sia necessario bypassare quelle che sono le ragioni di una realtà assolutamente inconfutabile. E’ rarissimo che mi metta a scrivere a quest’ora della sera: durante la settimana in questo esatto momento ho già chiuso gli occhi. Nel corso del weekend sinceramente mi auguro di fare altro. E a volte capita. Si, a volte. Poche. Cosa c’è di meglio di un comodo letto, di un ventilatore rumoroso ma efficace e di un cortile eccezionalmente silenzioso, per fare un piccolo resoconto della situazione? Del resto, i momenti di vera riflessione io li relego alla prima declassata, quando stanco dal lavoro provo a focalizzare quelli che sono gli argomenti da trattare. Ora invece sono avvolto dal totale silenzio di casa, seduto a mò di Buddha sul letto e con il mio foglio elettronico di fronte. Via, allora, partiamo. Mio padre è a metà del suo percorso. Ai miei occhi lui appare sempre più indifeso e ancora quasi incosciente di ciò che gli sta accadendo. Ma il suo essere riservato, in fondo lo aiuta. Non si lamenta, procede come sempre ha fatto nella vita, ovvero a piccoli passi ma sempre decisivi. Io ho superato il periodo peggiore, quello della presa di coscienza della situazione. Siamo una famiglia, anche se spesso non lo dimostriamo scannandoci per le più grandi stronzate e lasciando che l’ansia ci travolga. Io sto imparando tantissime cose da questo 2011. Non ricordo più a quale fase sia giunto sul fronte del lavoro. Sono un’altra persona, lontana migliaia di chilometri da quella insicura e timorosa degli inizi. Sono giunto al punto in cui ritengo necessario un calcolo freddo ma deciso di quelle che sono le mie possibilità di svolta. Sono ancora a zero o quasi sul fronte relazioni sociali. Mi sto adoperando puntando su strade che potrebbero condurmi a grandi, grandissime delusioni, ma ci devo provare. Non so quanto io possa ancora contare su ciò che ritenevo uno scoglio assolutamente sicuro a cui aggrapparmi. Meglio non fidarsi troppo. E poi questa estate. Che strana. L’ho sempre amata, ma come faccio ad amarla, questa estate 2011? Non ci riesco. Sono orgogliosissimo dei miei 700 km raggiunti sui pedali. La rabbia, la voglia di rivincita sono stati determinanti nel raggiungimento di questo obiettivo. In questa calda sera di Agosto provo ad affacciarmi oltre il mio naso ( e non è facile date le dimensioni). Provo a guardare, vedo qualcosa di indistinto come sempre, qualcosa che fa ancora paura. E’ il futuro. Ma sono curioso a questo punto, di sapere cosa mi riserva. Io sono prontO.

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3 commenti:

  1. Ciao. Serata anche qui caldissima. Sono uscita un'oretta in paese per cercare refrigerio, ma non ne ho trovato. Festa del paese. Una festa di serie z. 5 ò 6 coppie di anziani ballavano sul ballo a palchetto. Si muovevano come automi, a memoria, ripetendo movimenti compiutti chissà quante volte. Che tristezza. Ora è quasi l'una. C'è un gran silenzio e un gran caldo. Buon risveglio domattina.

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  2. P.S. Volevo ancora dire che è bellissimo che tu scorga il futuro e che sia curioso di conoscerlo. E' più triste quando si preferirebbe non conoscerlo affatto! Un abbraccio.

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  3. Ciao Viola. Queste feste paesane mettono molta tristezza.Gli anziani che vi partecipano a me mettono pure tenerezza. Ma noi? Si, non credere che il futuro non mi faccia paura.Ormai sono curioso, penso che a volte peggio di così non possa andare quindi tanto vale sfidarlo...Un abbraccio.

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