giovedì 28 aprile 2011

Varie ed eventuali

E
poi capita che la notte porti veramente consiglio. E che senza un segno tangibile od un’illuminazione tu riesca a fare “mente locale” e ad abbracciare la vita. Errare è umano, dimenticare di soffermarsi sull’essenziale, su ciò che si ha, è decisamente diabolico. Non ho scoperto il senso della vita, ma di tanto in tanto ci si accorge che per capire quale sia la ricetta della felicità non ci vuole molto. Basta una notte, un’insignificante notte, corta come sempre, trascorsa nell’attesa di quella vibrazione che da sotto il cuscino ti ricorda che sei vivo. Così capita che ti alzi, e ti chiedi se due giorni trascorsi quasi interamente con la propria famiglia abbiano un senso; certo che lo hanno, e guai al mondo se ti permetti di rendere il tutto inutile. C'è dunque sempre un modo per afferrare la felicità, per impedire che ciò che con essa non ha nulla a che vedere ( il lavoro, ad esempio , ti renda sempre costantemente una persona scontenta. Quella mattina mi sono svegliato e, sebbene facessi fatica a trovare la direzione del bagno, trangugiassi due fette di pane e marmellata per puro istinto di sopravvivenza, ho capito che sarebbe stato importante fare qualcosa di utile per me. Ad esempio tutte le mattine, ricordarmi se ho goduto appieno di ciò che la giornata precedente mi ha offerto. Se mai, anche solo per un attimo, ho perduto tempo, magari discutendo per qualcosa di assolutamente inutile. Stare molte ore fuori di casa e tornarci sapendo di trovare qualcuno, è già qualcosa per cui vale la pena sentirsi fortunati. Lo so, sembrano riflessioni scontate. Negli ultimi tempi non ho fatto altro che lamentarmi, sono stato un incredibile rompicoglioni ( passatemi il termine “forte” ), ossessionato dall’idea di dover a tutti i costi riempire il tempo con qualcosa di solo apparentemente importante. E dimenticando che a volte, quelle poche ore a disposizione andrebbero mangiate e masticate molto lentamente. Una collega di lavoro la quale mi ha ormai “fotografato”, scherzosamente si diverte ad ammonirmi e a ricordarmi che nella vita esistono anche le “varie ed eventuali”. In effetti, come darle torto. Ci ho dormito sopra, continuerò a dormirci sopra fino a che non lo capirò. “Enzo, smettila di darti addosso, smettila una volta per tutte di pensare che tutto debba avere un senso e seguire un ordine preciso”. “Chi te lo dice che anche tre ore di vita al giorno non siano poi una carta da giocare a tuo favore?” Questione di approccio, di predisposizione. Sono ancora in tempo: ma mi viene istintivo giungere alla seguente conclusione: “ Il giorno in cui, senza alcun preavviso, senza quegli annunci che manifestano insicurezza io, smetterò di scrivere, ecco, quel giorno sarò guarito. Ora, se la mia collega leggesse ciò che ho scritto, con il suo solito fare diretto e conciso direbbe: “Enzo, ma vaffanculo!”.
 
50476_151338601573801_4211_n

3 commenti:

  1. Bella la filosofia delle varie ed eventuali, me la segno :-D Anche io in questo periodo sono un rompi balle incredibile.

    RispondiElimina
  2. se poi trovi una soluzione definitiva al tutto, fammela sapere... che anch'io devo sempre fare un sacco di sforzi per capire che in fondo non ho nulla di che lamentarmi, solo che mi faccio sempre schiacciare da quelle due solite rogne, dimenticando le piccole cose belle.

    RispondiElimina
  3. @Paolo: ah ah, beh ho a che fare con discreti scassa marroni tutti i giorni, mi permetto anch'io di esserlo ogni tanto!

    @Guchi: ma certo Guchi, te lo farò sapere. Anche se probabilmente ce l'abbiamo a portata di mano e non ce ne accorgiamo...

    RispondiElimina

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails