martedì 18 gennaio 2011

Trasformazioni ?

I
n questi ultimi giorni lamento la pochezza di contenuti. Se a prendere forma di testo sono sempre stati impulsi interiori beh, vorrà dire allora che la mia anima si sta prendendo giorni di assoluto riposo. Può essere del tutto normale; mente e corpo come già ho ripetuto, stanno viaggiando a pieno regime. In questa pochezza di contenuti provo forzatamente a fare uscire qualcosa, anche di totalmente insensato, da tradurre in parole. Difficile, molto difficile. Oggi pensavo a quando ho iniziato a perdere i capelli; avevo circa ventitrè anni. Ricordo un medico dermatologo da cui mi feci visitare il quale fu piuttosto risoluto: “Ragazzo, è alopecia androgenetica, ce l’hai nel Dna.” Aggiunse poi che, una volta giunto alla sua età ( 40 ndr), avrei accettato tutto con estrema semplicità. Non aveva tutti i torti, salvo passare attraverso una fase psicologicamente difficile da accettare. E se decidessi ora di farmi un bel trapianto di cute? O mio Dio, mi vedrei orribile, non riuscirei ad immaginarmi dotato di crine folta e immortale. Tale sono diventato e tale rimango. E allora, in questo periodo di contenuti che latitano, sfuggono, si mostrano assai superficiali, mi chiedo se potrei mai immaginarmi totalmente assorbito da ciò che è tremendamente materiale ( vedi il lavoro) rinunciando così a quell’immagine interiore di me acquisita ormai con gli anni. Il lavoro interiore che ho svolto negli ultimi anni mi ha regalato la possibilità di formare nel tempo un grande puzzle al quale da tempo mancava l’ultimo pezzo. E questo pezzo, apparentemente introvabile, è arrivato. Ho paura però al pensiero che l’Enzo riflessivo, paturnioso, arzigogolatore corra il rischio di cedere il passo. Non voglio. Per quanto masochista, non amo rivoltarmi nelle paturnie, ma sento che c’è una parte di me che, con l’avvento di questo cambiamento di vita sta cambiando pelle. Cosa c’entra tutto questo con i capelli? Beh, perché quando ti abitui ad una immagine di te, sia essa esteriore o puramente intima, un improvviso cambiamento potrebbe lasciare un certo smarrimento, in alcuni casi produrre sconquassi. Ma se la nuova e folta chioma mi renderebbe ( nella peggiore delle ipotesi ) orribile all’occhio altrui, un’anima spoglia e priva di contenuti toglierebbe linfa alla mia voglia di scrivere. Lasciamo dunque che il tempo faccia il suo corso, che tutto come sempre si svolga in modo tale da acquisire senso. Arrivato a questo punto una grande conquista l’ho ottenuta: capire, scoprire magicamente che non importa quanto tempo dovrà passare, quanto potremo nel frattempo cambiare, quanto benediremo o malediremo ciò che accade. Tutto procede speditamente verso un punto giunti al quale potremo serenamente affermare: “ Ah, adesso è tutto chiaro”.


1 commento:

  1. Alla fine nella vita ci sono sempre trasformazioni, tanto vale allora prenderle a testa alta.

    Anche io a volte scrivo post a nastro, a volte invece devo scavare per inventare qualcosa, capita anche a me :-D

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