martedì 2 novembre 2010

Il solito copione

Il 6 Novembre di sedici anni fa, la mia città fu colpita da una violenta alluvione. Tredici le vittime, danni incalcolabili alle case, alle attività. Alessandria fu pioniera di quello che poi sarebbe diventato qualcosa di ordinario alla luce dei continui e rapidi cambiamenti climatici. Quel 6 Novembre e nei giorni immediatamente precedenti, non piovve tanto come ora ma, una serie di concause e la solita imperdonabile negligenza fecero il resto. Un intero quartiere a ridosso del fiume Tanaro fu sommerso da circa cinque metri d’acqua e detriti e, quando l’onda passò e si fece la conta dei danni, la situazione parve insostenibile. Individuate però le cause del disastro, si decise, come era ovvio e necessario che fosse, di lavorare “a monte” del problema. Il ruolo di capro espiatorio fu assegnato al vecchio ponte dalle strette arcate che, non avrebbe consentito un regolare deflusso della piena. Poi, in ordine decrescente di responsabilità, il mancato dragaggio del letto del fiume, gli argini ormai inesistenti, l’apertura di alcune dighe a monte. Si parlò meno di quanto l’uomo negli anni precedenti aveva “lavorato” sull’assetto del territorio, di quanto era stato tolto alla originaria situazione idrogeologica: edifici costruiti in prossimità ( troppo in prossimità) dell’argine del fiume, deviazioni del corso del fiume per la realizzazione della ferrovia. In questi giorni passano immagini non nuove; città sommerse, case travolte da colline che si sbriciolano. Si, è cambiato il clima, su questo non ci piove ( perdonate l’espressione fuori luogo ). Ma quanto è stato fatto in termini di prevenzione? Quanto si è lavorato sull’assetto idrogeologico di quelle che sono le zone a rischio? Siamo alle solite; piangiamo le vittime, ci abboniamo a contare danni, a dire le solite ovvietà. Abbiamo paura anche noi che, dopo sedici anni non abbiamo dimenticato, e non vorremmo mai dover dire : “Si sapeva, ma nulla è stato fatto”. Delle due, l’una: ci arrendiamo all’idea che l’Italia stia diventando sempre più un paese tropicale oppure contribuiamo tutti e cerchiamo di individuare le responsabilità. Non sono molto fiducioso, ma non posso non ricordare un aspetto incredibile e commovente di quei giorni nel fango: la solidarietà. Alessandria ebbe una gran voglia di reagire, di rimettersi in piedi, di ribellarsi e ci riuscì. Sembrò per un attimo che quel tragico evento avrebbe paradossalmente segnato il rilancio di una città dormiente e statica. Non fu così; nel tempo, la crisi, più di ogni evento naturale sarebbe stata capace di spegnere ogni velleità.



8 commenti:

  1. la natura è anarchica.
    ma anche prevedibile.
    come dicevano certi vecchi:
    "si riprende sempre il suo".

    RispondiElimina
  2. Prevenzione? In Italia la prevenzione non esiste. Se non scappa il morto, non si fa nulla. Poi succedono le cose e lì certi personaggi sono bravi a parlare dopo.

    A Milano a settembre il Seveso ha "preso la metropolitana". A distanza di due mesi, settimana scorsa, ancora il Seveso a spasso per la città. Intanto il progetto dell'ingrandimento del canale scolmatore rimane in qualche cassetto.

    Vuoi un altro esempio? Guarda a L'Aquila come NON hanno costruito bene certi edifici, con l'ospedale caduto come un castello di sabbia o un edificio cadente spacciato per casa dello studente.

    RispondiElimina
  3. Ad Alessandria, qualche mese dopo l'alluvione, partirono i lavori per la costruzione di un grande centro commerciale. Per la precisione, Paolo, fu edificato laddove l'acqua aveva raggiunto i quattro metri di altezza. E nei pressi degli argini del fiume, sono tornati a far bella mostra di sè edifici la cui stabilità, l'esondazione aveva compromesso.Errare è umano, perseverare pure. Qui il diavolo non c'entra nulla.

    RispondiElimina
  4. Bhé, l'alluvione di 16 anni fa colpì anche Piacenza, crollò un ponte. Dopo 15 anni il nuovo ponte è ricrollato, nemmeno nei punti dove l'acqua preme di più, ma sui lati. Da qui capisci con quale arte hanno costruito quel ponte.

    Io vedo che in Giappone quando ci sono terremoti che sono davvero violenti, al massimo se la cavano con spavento e un gran disordine. A L'Aquila è bastato un terremoto del quinto grado per distruggere tutto. Questa non è la natura, questi sono errori che si potrebbero evitare.

    RispondiElimina
  5. Da noi , quel ponte, accusato di essere stato uno dei principali responsabili del disastro (ione ho sempre dubitato però ), è stato abbattuto la scorsa estate. Risultato? Beh, a parte gli inevitabili scossoni sul traffico in entrata ed uscita, il vero problema è che non ci sono soldi. C'è un progetto grandioso ma al momento, da un anno, solo un gran telone con una scritta che sa di beffa: "IO guardo oltre". Eh beh, per forza di cose..
    Responsabilità umane, tante. La natura fa solo il suo corso!

    RispondiElimina
  6. Sì, ma un ponte non deve crollare in quel punto. Un mio amico geometra mi ha confermato che se crolla in quel punto, non è per colpa dell'acqua in sé, ma per un progetto poco curato. Pensa al ponte ferroviario o a quello autostradale. Toccando ferro, quelli stanno lì da anni, hanno resistito allo stesso fiume che ha fatto crollare l'altro ponte.

    Lo so che sembro pesante, voglio solo dirti che se l'uomo vuole, molti dei problemi della natura li riesce ad affrontare, basta lavorare a regola d'arte.

    RispondiElimina
  7. Non sei affatto pesante, dici una cosa sacrosanta. E soprattutto parli di lavori a regola d'arte. Ci vuole un bel pelo sullo stomaco a sapere di costruire senza il rispetto dei più comuni canoni di sicurezza. Si sa che certe costruzioni a L'AQUILA sono state tirare tu con cemento misto a sabbia. E ne si era consapevoli. Tutto triste, molto triste..

    RispondiElimina
  8. Non sabbia da costruzione, che è normalmente usata, ma sabbia del mare, che contiene sale, rivelatosi corrosivo per le fondamenta. No comment.

    RispondiElimina

Non fate commenti come "Anonimo". Andate su Nome/URL. Inserite il vostro nickname nel campo "nome", se non avete un blog/sito lasciate vuoto il campo URL.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails