martedì 12 ottobre 2010

Uno schiocco di dita

Ah se bastasse un solo schiocco delle dita…. Alla faccia dell’essere razionale, introspettivo, analitico, sfacciatamente realista: io sono anche un sognatore! Ho la netta convinzione che l’ansia, le inutili preoccupazioni e l’ipocondria possono provocare danni maggiori delle malattie, per cui sognare è una medicina, un metodo alternativo per alleggerire la zavorra. Mi guardo intorno e vedo solo tanta voglia di farsi male, di rovinarsi l’esistenza. Le mie turbe saranno anche eccessive; le seghe mentali, le continue elucubrazioni sulla vita, sugli amici, sui sentimenti sicuramente producono effetti collaterali. Però, meglio analizzarsi piuttosto che vivere nel timore di qualcosa che non c’è, non esiste e non si può prevedere. Il quadro è questo: nel mio ristretto ambiente di vita, ansia è la parola d’ordine. Io costituisco un’entità capace di innalzarsi al di fuori del corpo rimanendo sospesa in una sorta di altro mondo anche solo per il tempo sufficiente a che certi discorsi si esauriscano. In quei frangenti mi sento come Samantha, la strega del telefilm anni 70 che, al solo schioccare delle dita effettuava viaggi spazio temporali incredibili. Vorrei rifugiarmi nell’incoscienza, nell’istintività e perché no, nella stupidità dei miei vent’anni. Ma chi non lo farebbe? Potessi riavvolgere il nastro ripercorrerei l’intero cammino, rifarei quelle scelte che già a quel tempo spesso possono risultare determinanti e segnarti in parte il futuro. Perché non c’è cosa che a vent’anni ti si può rimproverare di aver fatto o di non aver fatto. Non c’è ragione che tenga, non c’è analisi, c’è solo la perfezione dell’incoscienza. Se chiedessi a Voi lettori cosa non rifareste delle vostre esperienze di ventenni, probabilmente la risposta predominante sarebbe: “Nulla”. Ma ci si può davvero considerare fortunati ad aver vissuto i migliori anni della nostra vita in questo modo. Che dire però dei giovani d’oggi, molti dei quali vantano già una capacità introspettiva enorme e problematiche legate alla vita particolarmente importanti. C’è forse, un senso di maggiore insoddisfazione rispetto ai miei vent’anni. E’ allora vero che, la società del benessere crea spesso noia, insoddisfazione, apatia. Come vivranno questi ragazzi quando di anni ne avranno quaranta? Io, posso dire di aver goduto della mia incoscienza ed ora, inevitabilmente pago dazio e lo pago con la riflessione continua. Ma loro? Che riserverà loro la vita? Spero che voi ventenni impegnati già sin d’ora a capire chi siete e cosa volete dalla vita, possiate godere al meglio della vostra maturità. Bello tornare indietro, bello fantasticare, basta uno schiocco di dita.

3 commenti:

  1. Li vedo tutti i giorni "questi" ventenni o quasi. Ma sai che non li avverto molto diversi, intimamente, da "noi"...Chi sa cosa diranno e, perché no?, c o m e diranno...
    ciao Enzo

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  2. Ciao Marco e grazie per il commento. La sfera intima di questi ventenni o quasi è sorprendente. E tu che li vedi tutti i giorni lo sai bene!
    Ciao

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  3. Io devo dire che... con la maturità dei trenta, se tornassi ai miei venti rifarei tutto... ma in modo diverso! ^__^
    Io sì, non cancellerei niente probabilmente... ma cambierei molto.
    Che non so se in fondo è un po' la stessa cosa...

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