giovedì 21 ottobre 2010

Sull’ottovolante

La mia vita va così. Ci sono fasi ( lunghissime ) in cui assomiglia ad un elettroencefalogramma piatto, ed altre in cui mi sembra di stare su di un ottovolante. E per uno come me, che soffre di vertigini, stare lassù fa sempre male. Proviamo dunque a fare un giro sulle montagne russe: quando ci troviamo sopra la sensazione è che il tempo non finisca mai, o almeno questa sarebbe la mia percezione. Non appena scesi, ci vuole un po’ di tempo prima che il cuore cominci a lavorare ad un regime normale. Ed anche a livello cerebrale ci si sente, beh, un po’ storditi. Tutte impressioni perché io, fisicamente, sull’ottovolante non ci sono mai salito e mai ci salirò. Ma a volte è come se la vita mi prendesse di peso e, vedendomi magari annoiato, decidesse di regalarmi un momento di svago. Ho usato un verbo ( regalare ) ed un termine ( svago ) del tutto inappropriati, lo so. Comunque è così, non posso nasconderlo. Ora che sono sceso dalle montagne russe, e che il mio corpo riprende a lavorare a pieno regime, tutto torna ad uno stato di piattume. Attenzione però, quella sfera del cervello appositamente preposta alle seghe mentali, quella, non va in vacanza. Ora infatti, ripenso a ciò che è successo mentre mi trovavo sulla giostra e a come (mentre il sangue arrivava al cervello ad intensità doppia), ho valutato alcune cose e situazioni. Beh, pauroso come sono, mi sono comportato come se mi fossi trovato realmente sull’ottovolante, ovvero, desiderando ardentemente in quei momenti, che qualcuno mi tenesse la mano. Ma, nello stesso tempo, immaginandomi sospeso nel vuoto, ho impedito ai miei occhi di guardare verso il basso, ho tenuto il busto eretto e mi sono lasciato trasportare dal movimento vigoroso della vita in quegli istanti. Non avevo paura; non importava quanto mi trovassi lontano da terra, quanto avessi vicino qualcuno a sorreggermi, ho fatto tutto da me. Già ieri, affrontando questo argomento sono arrivato a conclusioni impensate sul sottoscritto: orgoglioso di sé, pieno di autostima, quasi quasi, un eroe. Ed un mio lettore ha giustamente sottolineato che, in fondo, alla fine di ogni giornata, siamo tutti un po’ eroi. Concordo pienamente. Quando provo a parlare un po’ bene di me, mi annoio molto, figuriamoci chi mi legge. Per cui, mi fermo qui. Le giostre non mi piacciono, non mi piacciono i voli pindarici, né il rischio eccessivo. Ora temo che dovrò fare un altro lunghissimo giro sul “ brucomela”, la conoscete no? Ci sarà tempo per qualcosa di più emotivamente intenso: e che sia qualcosa che mi regali solo gioia, sorrisi e tanta allegria. Io, aspetto fiducioso.

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