mercoledì 29 settembre 2010

Nell’angolino

La parola d’ordine è: calma e gesso. Facile a dirsi ma qui, a casa, la tensione sta salendo. Conosco perfettamente questi momenti, i segnali sono sempre gli stessi, e raramente mi trovo impreparato ad affrontare il tutto. Aver imparato a gestire l’ansia mi ha portato incredibili vantaggi, tanto da venirmi quasi naturale adeguarmi alle situazioni come un liquido all’interno del suo recipiente. Non è la febbriciattola ed il senso di spossatezza, tanto meno il rumore assordante del martello pneumatico dei vicini; stanno arrivando notizie non molto rassicuranti sulla salute di alcuni cari che vivono in Puglia. Il carico emozionale grava quasi interamente su mia madre ma non per il fatto che noi altri ce ne freghiamo; semplicemente lei, ha difficoltà a gestire la situazione. Agisce d’istinto, chiama ogni giorno, passa ore al telefono nella speranza di trasmettere conforto e assistenza. Il fine è ammirevole, direi naturale. Ora, in questi esatti momenti io ho il bisogno di partecipare, ma senza dare contributi emotivi eccessivi. Riesco a farlo naturalmente ma non perché sia diventato un perfetto egoista, si tratta di aver imparato a non annullarmi totalmente. Non posso dimenticare che tra circa venti giorni avrò l’ennesimo orale da superare, ancora un nuovo banco di prova, un orale il cui superamento ha un valore esponenziale nell’economia della mia autostima, del senso del dovere e del futuro lavorativo. Tutto, o quasi viene al momento opportuno. Sembra strano a dirsi, ma, appare più che una coincidenza il fatto di dover sempre prepararsi ad un evento importante in un clima che nel frattempo si è infettato. Posso con orgoglio dire di aver fatto passi avanti: tempo addietro, simili situazioni mi avrebbero sicuramente portato all’esasperazione, per poi scaricare colpe ed altro su chi mi stava intorno. Riesco, e mi piace affermarlo, a mettermi nel mio angolino, ad essere, nonostante tutto, in equilibrio. La giornata è piena, e talvolta sembra di aver fatto tanto senza concludere alcunchè. Ma quando mi corico, e godo di un momento di pace prima del sonno, faccio un breve sunto del mio giorno: ho fatto tutto il possibile, mi dico. La felicità è, a volte, scoprire di aver imparato a vivere o almeno, di provarci.

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