domenica 29 agosto 2010

Vatti a fidare

La serata di ieri è stata prolifica. Intimamente non ero al top; un po’ di stanchezza fisica e come sempre, qualche pensiero di troppo, temevo avrebbero minato il convivio. Non è stato così, mi sono perfettamente calato nella situazione e ne ho tratto beneficio. Mettimi seduto ad un tavolo, aggiungici uno degli ultimi cieli stellati a far da soffitto, condisci il tutto con un mix di ironia, semplicità e momenti di serio confronto ed il gioco è fatto. Una serata quasi ideale. Si è parlato anche di fiducia; pare sia normale ( quasi naturale direi ) diventare diffidenti con l’andar del tempo. Il percorso della vita è costellato di fregature, incontri sbagliati, errori di valutazione. Istintivamente reagiamo ad eventi di questo tipo promettendo a noi stessi di non fidarci più, di non essere più così sciocchi da ricaderci ancora. Io sono l’eccezione che conferma la regola. Mi rivedo giovane e già molto diffidente, deciso, incapace di vedere le sfumature per poi scoprirmi fin troppo ammorbidito con gli anni, istintivamente portato a concedere incondizionata fiducia. Ma allora che sta succedendo? Accade che, l’eccessiva diffidenza, in passato, non è servita a rendermi immune dai vampiri, e dalle sanguisughe di turno. E allora ho provato a smussare gli angoli, a dare un’ immagine più morbida, meno incline al giudizio e al preconcetto. Risultato? Ancora fregature. Le domanda che mi pongo è la seguente : “Sono un gambero che percorre il tragitto all’indietro, oppure sto semplicemente giungendo al termine di quel percorso che è la definizione della personalità? Devo dunque accettare di essere una persona che ispira e dà fiducia? Il fatto poi di ispirare fiducia può essere già un bel punto di partenza per nuove fregature? Domande, sempre domande, che spesso non trovano risposta o meglio, la trovano, quando ormai il gioco è fatto. Sono sempre l’ultimo a sapere le cose.

2 commenti:

  1. Beh...credo che forse ci sia una naturale propensione a prendere delle fregature e che non basti cambiare comportamento se la pasta è la stessa.
    Freud la chiama "coazione a ripetere": processo inevitabilmente inconscio.
    Ma a volte, è pura questione di essere come dire, sfortunati?!
    A presto!

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  2. La mia predisposizione alla fregatura è tale da sfociare nella "sfortuna" ( uso un eufemismo ) cronica. Siamo esseri sociali dobbiamo confrontarci, non possiamo evitarlo.Accettarlo è difficile...
    A presto!

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